Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti

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Su Federazione, Sinistra ecologia e libertà

Su Federazione, Sinistra ecologia e libertà.

 

Carissimi/e

Eviterei polemiche, se non su temi e contenuti, con Sinistra, ecologia e libertà .

Riepilogo alcuni fatti:

  •  Rifondazione è stata gestita in modo leaderistico, poco partecipativo e su una linea politica sbagliata per anni. Questo ha portato alla sciagura dell’Arcobaleno e ad una sconfitta politico- elettorale quasi letale per Rifondazione, per i/le comunisti/e, per la sinistra.
  •  Siamo andati ad un congresso speciale (non anticipato perché era stato sciaguratamente rinviato molte volte)1 in cui Vendola, convinto di vincerlo, proponeva lo scioglimento di Rifondazione per la formazione di un nuovo Arcobaleno
  •  Il congresso di Rifondazione è andato in altro modo, anche se per poco; a questo punto la minoranza ha per sei mesi fatto le barricate, quindi ha operato l’ennesima scissione. Risultati: scoraggiamento nella nostra piccola base, seconda mazzata elettorale per tutti.
  •  La costruzione della sinistra moderna, nuova, agile, senza torcicollo e, ovviamente nomi e simboli storici, si è incagliata: se ne vanno i Verdi che vogliono fare i Verdi, come in Germania e in Francia e rifiutano di considerarsi di sinistra, non ci stanno i socialisti.
  •  Vendola apre in Puglia all’UDC e a Poli Bortone (fascista, ora autonomista meridionalista). Tutto bene? Certo! Peccato che dopo qualche settimana è D’Alema a dire le stesse cose, con l’aggiunta che Vendola, ormai ingombrante, deve farsi da parte (meglio un PD moderato). A questo punto, Vendola protesta, dichiara di candidarsi e ottiene il nostro appoggio. Rilascia un’intervista (a “Gli altri”) dicendo che il rapporto con Rifondazione è importante e al convegno degli/delle eletti/e di Rifondazione, afferma che in Italia esistono due destre.

 

E’ chiaro che la nostra sconfitta alle scorse europee abbia consegnato l’intera opposizione al moderatismo del PD (le ultime proposte riconfermano le solite contraddizzioni) o al populismi di Di Pietro. Lo avevamo predetto, davanti alle brillanti teorizzazioni sul “nuovo inizio dopo la sconfitta” di Bertinotti.

E’ chiaro che viviamo senza un soldo, con un  giornale ridotto all’osso, completamente ignorati da giornali e TV, con strutture ridimensionate, ma che soprattutto abbiamo perso la fiducia che ci ha sorretti per anni. In più pesa il “voto utile”, personalizzato, esatto contrario della nostra ipotesi di voto su ipotesi, programmi.

 

1 David Valderrama ricorderà  che alla mia contrarietà  all’ennesimo rinvio e alla (facile) previsione di una nostra  sconfitta (anche se meno tragica di quanto sarebbe avvenuto) ero stato da lui cordialmente invitato a dimettermi dalla carica di consigliere regionale, in quanto in dissenso con la “linea del partito”.